Allacciare le cinture?

 

 

In questo articolo pubblicato da Milano Finanza, Nicola Maino, Chief Investment Officer di Valori Asset Management, illustra dei possibili scenari macroeconomici per i prossimi mesi e delle relative asset allocation di portafoglio da attuare

 

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Ancora dentro il guado americano

 

 

Leggi l’articolo pubblicato da L’Osservatore sull’incontro avvenuto a Lugano con protagonisti Paolo Barbieri, Head of Fixed Income di Valori AM – Investment Management e Will Denyer, Chief US Economist di Gavekal Research.

 

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Financial update di settembre

UPDATE DI SETTEMBRE

Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad interessanti sviluppi sul mercato del debito financials.

La stagione delle trimestrali ha complessivamente confermato la salute del sistema bancario europeo, tanto in termini di profittabilità che di fondamentali (sia in ottica asset quality che in relazione alla dotazione di capitale regolamentare). Il margine di interesse in media cresce del 30% circa rispetto all’anno precedente, il costo del credito è rimasto ancorato ai livelli degli ultimi trimestri e il capitale continua a beneficiare della capacità organica di generare utili, al tempo stesso offrendo ritorni attraenti agli azionisti (nel trimestre il RoE ha toccato un dato medio del 12%, con punte del 14.7% in Italia e del 13% in Spagna).

A livello di sistema, secondo i nostri calcoli, la media del CET1 è superiore al 15% con un cuscinetto di capitale rispetto ai requisiti regolamentari di 470 bps.

Sul fronte normativo, alcuni Paesi europei hanno annunciato nuove tasse sugli utili bancari, per cercare di trasferire parte del beneficio dell’aumento dei tassi dalle banche alla collettività, dato che la remunerazione dei depositi resta molto bassa. L’Italia è stato l’ultimo paese ad unirsi al gruppo dei governi che in vario modo sta imponendo tasse alle banche (Regno Unito, Spagna, Paesi Bassi), con una tassa del 40% sulla crescita annuale del margine d’interesse che supera la soglia dell’8%: una misura dai contorni non totalmente definiti e che ha inizialmente indebolito la market confidence sul mercato equity ma senza impatti rilevanti sul mercato fixed income.

L’attività sul mercato primario, dopo la consueta pausa estiva, ha confermato l’interesse degli investitori per l’asset class degli Additional Tier 1, con $5.2bn circa di nuove emissioni da parte di emittenti sistemici come BBVA, ERSTE, INTESA, KBC, BNP e cedole particolarmente interessanti (media superiore all’8%).

Il mercato AT1 ha visto inoltre numerosi emittenti procedere con il rimborso degli AT1 alla prima data di call in questi mesi (Barclays, Abanca, BBVA, Caixa, HSBC), tranne Santander e Zürcher Kantonalbank.

Su Santander, evidenziamo come non si tratti certo di una novità, dato che era già accaduto a marzo 2019 quando l’emittente aveva optato per il mancato richiamato di un bond AT1 (cedola 6,25%), sorprendendo il mercato con tale decisione (dato che la banca sembrava avesse finanziato il rimborso tramite l’emissione di un nuovo AT1 da $1.2bn il mese precedente). La cedola fu ricalcolata al 5,481% e il bond, con call esercitabile trimestralmente, venne richiamato nel marzo 2020.

Questa volta, a differenza del passato, il mercato non ha reagito negativamente alla notizia: la cedola del bond passerà da 5,25% a 8.20% (alle attuali condizioni di mercato) e la call trimestrale lascia all’emittente l’opzionalità circa un possibile richiamo nei prossimi mesi.

Non vediamo quindi effetti di lungo periodo sui livelli di prezzo degli altri AT1 di Santander o più in generale sul mercato degli AT1 derivante da questa notizia. Al contrario, il flusso sul primario, la buona serie di richiami sul mercato AT1 o le offerte di riacquisto lanciate in concomitanza con nuove emissioni (come nel caso di Intesa), hanno migliorato il sentiment di mercato. In termini valutativi, gli AT1 trattano a sconto rispetto al mercato corporate High Yield e come evidenziato dal grafico sottostante molti strumenti non hanno ancora recuperato totalmente il drawdown dello scorso marzo.

Sustainability Report 2022 – Hearth Ethical Fund

🌍 Orgogliosi di condividere il nostro Sustainability Report 2022!
Hearth Ethical Fund è un comparto della Valori Sicav UCITS V domiciliata in Lussemburgo, che persegue una strategia di investimento basata su robusti principi di eticità e sostenibilità quali il rispetto dell’ambiente, della biodiversità, dei diritti umani e del lavoro.
Le metriche presentate in questo report sono calcolate in base alla media ponderata dei dati pubblicati dalle società alla fine di ogni trimestre del 2022.

 

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Con il via a Valori Sicav arriva un nuovo ruolo per Nicola Maino

 

Con il recente lancio della Valori Sicav arriva il nuovo incarico per Nicola Maino, Chief Investment Officer di Valori AM – Investment Management.

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Borsa di Milano da Record

 

In questo articolo pubblicato su Corriere della Sera, Luigi Pedone, Portfolio manager di Valori AM – Investment Management, fa il punto sull’andamento dei mercati finanziari nella prima metà anno e sulle prospettive per il secondo semestre.
In sintesi, la view è cauta sull’azionario americano e neutrale su quello europeo mentre lato fixed income, il calo dell’inflazione, il rallentamento della crescita globale e l’avvicinarsi del picco del tightening cycle da parte della Fed sono elementi a supporto il credito Investment Grade di qualità.

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Cucinelli, Moncler e Ferragamo, il lusso che non tradisce la borsa

Le aziende italiane del settore lusso si trovano in una posizione di vantaggio e offrono opportunità interessanti per gli investitori, con società come Brunello Cucinelli, Moncler e Ferragamo tra le scelte potenziali.
In questo articolo pubblicato su La Stampa, Nicola Maino, Chief Investment Officer di Valori AM – Investment Management, spiega che il rintracciamento è stato in parte anche guidato dalle aspettative che la società possa essere candidata ad entrare nell’indice FtseMib, ovvero tra i titoli a maggiore capitalizzazione di Milano e consiglia di considerare anche Moncler, con valutazioni più accettabili, e Ferragamo, che presenta un potenziale di crescita legato a un piano di turnaround. Inoltre, ci sono prospettive interessanti nel settore del design e dell’arredamento di lusso, come evidenziato dall’IPO di Italia Design Brand.

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Riapertura del mercato AT1

La cancellazione dei bond AT1 di Credit Suisse a fine Marzo, nell’ambito dell’operazione di salvataggio di UBS guidata dai regulators svizzeri, ha gettato ombre sul futuro di questa asset class. Nei giorni successivi all’evento, infatti, la quasi totalità dei bond AT1 scontava infatti il cosiddetto “extension risk”, ossia il mancato richiamo del bond alla prima data di call disponibile, con prezzi che in media si attestavano ampiamente sotto alla parità.

Negli ultimi due mesi abbiamo invece assistito ad un progressivo aumento della fiducia verso l’asset class, come evidenziato già a fine aprile, quando avevamo segnalato la decisione di Unicredit di annunciare il rimborso integrale di un’obbligazione AT1, per un ammontare pari a €1.25mld.

Grazie alle indicazioni positive emerse dalla reporting season del primo trimestre in Europa e alla stabilizzazione delle criticità delle banche regionali in USA, gli investitori stanno progressivamente assumendo un atteggiamento più costruttivo verso la parte più junior della capital structure delle banche: sia i subordinati Tier 2 che gli AT1 hanno registrato performance ampiamente positive a maggio (rispettivamente +0.6% e +3.8%).

Rispetto ad altri settori del mercato fixed income, la performance degli AT1 è ancora negativa da inizio anno, ma nelle ultime settimane gli AT1 stanno sovraperformando il mercato e pensiamo che questo rally possa proseguire nel prossimo futuro.

PERFORMANCE AT1 VS HIGH YIELD

Fonte: Bloomberg, dati al 13/06/2023.

 

Infatti, oltre al restringimento degli spread di credito, anche il mercato delle nuove emissioni si sta progressivamente riaprendo, un elemento che potrà contribuire ad aumentare ulteriormente la fiducia verso l’asset class. A maggio abbiamo assistito a emissioni di tipo Tier 2, sia di emittenti sistemici (Societé Generale, Santander, BPCE) che emittenti di rilevanza nazionale (CaixaBank, Novo Banco), ed infine ieri è arrivata la prima emissione AT1 da parte di un emittente europeo (BBVA), dopo il caso CS.

L’emissione paga una cedola del 8.375%, un costo inferiore rispetto al valore teorico della cedola di AT1 di BBVA con call a settembre e che, in caso di mancato esercizio dell’opzione di richiamo, pagherebbe una cedola dell’8.8% alle attuali condizioni di mercato. Con questa emissione, il totale degli AT1 in euro emessi nel 2023 ammonta a €6.2mld, superando in questo modo il dato complessivo del 2022 (€6bn).

 

AT1: BOND RICHIAMATI E PROSSIME SCADENZE

Fonte: Elaborazione Valori AM su dati Bloomberg al 13/06/2023.

 

 

 

 

 

 

Btp Valore, cedole confermate al 3.25% per i primi due anni

In questo articolo pubblicato su La Stampa, Paolo Barbieri, Head of Fixed Income di Valori Asset Management, spiega perchè bisogna allungare la scadenza fino al Btp 1° aprile 2028 per ottenere un rendimento superiore.

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